lunedì 31 maggio 2010

cap. xiv: letteralisti del duello



qualcosa prima fermo poi dato. osano più torridi intervengono agitano mostrano "lenire per venire. dritti sopra cominciano con un uno stato tra vuoto limitato soltanto da un'alta capienza di rabbia concentrati in emorragie in stime di morti e provocata l'orda si scansa dal fuoco la sindrome (con voce strozzata) «cuociano i minori i sopravvissuti ricordati con ass(luta convinzione «lavati via gli effetti insieme alle regole avanzati letteralisti del duello raccolgono brevità mettono e tolgono tanto da farne uno intero. non era granché la pratica la teoria per conseguenza ripetuta immediatamente. assaltano in ordine sparso invadono stazioni e fermate, via, via e si fermano e si perdonano perdonati inondano tese fortune, arie. si prendono schizzi melasse come idranti assaggiata la cosa intesa a stuccare ineffabili insiemi di greche, di meandri. fatto sapere che si prova am(per reverenza assoluti attesi come parte del piano in tutta la ricchezza e varietà: «non vacillate








dal digesto italiano-trk 1.2.3







sabato 29 maggio 2010

memo samuel beckett

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venerdì 28 maggio 2010

Cut-up Agency 1








cut-up agency,una prima introduzione


martedì 25 maggio 2010

nota di lettura di roberto cavallera per recognitiones



direi che va benissimo, trovo sempre molto interessanti le tue frammentazioni, mi interessa molto la pratica della frammentazione, della (ri)elaborazione di uno stesso testo, ecc... ti dici molto insicuro ma mi sembra che tu ti muova con decisione e sicurezza, non so, è come se tutto vivesse di più o meno segreti, occulti rimandi anche là dove pare rivelarsi maggiormente il caso, l'"azzardo", insomma, io avverto nei tuoi testi, nelle tue frammentazioni qualcosa comunque di unitario, un'unità complessa e continuamente mutevole ma con una mirabile coesione interna... so che può sembrare un paradosso, un controsenso, ma non saprei come spiegarti altrimenti... ma un giorno forse riuscirò a spiegarti meglio e meno banalmente...


ah, le ripetizioni di testi sono volute? ad es. "Traccia dei caratteri,il cielo e la terra tremano,gli dei invocano aiuto e i demoni piangono per tutta la notte-" che compare due volte...

conversazione dell'hic et nunc


la dannazione del prima e del poi e del prima o poi il cui annesso e connesso consiste nell'infibulazione e castrazione di ogni adesso.

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prigionieri e succubi del passato,perdute entità residuali,oppure evanescenti sbiaditi fantasmi del futuro ingabbiati nella storia storica ed in quella naturale,sempre tradotta in historia morbi-se ne può uscire.

lunedì 24 maggio 2010

la cinquina del campetto

domenica 23 maggio 2010

t.a.g


CC
hi gli pSi è e si resta schiaNietzsche sa che è impossibile e illusorio tornare indietro, riportare le lancette dell’orologio a prima della catastrofe, e anzi la sola salvezza sta nell’esercitarsi a sopportare quella solitudine, quel deserto, facendone l’occasione sconvolgente e tempestosa di una libertà inaudita vi finchè non si è guariti dalla mania di sperare.
hi gli piace sborare in fica, paghi.
ca, pagi poeti si possono definire come gli esseri che sanno dire meglio di chiunque altro dove gli fa male hi. Secoli di poesia e siamo sempre al punto di partenza
iace sborare in fiEsiste una stanchezza dell’intelligenza astratta ed è la più terribile delle stanchezze. Non è pesante come la stanchezza del corpo, e non è inquieta come la stanchezza dell’emozione. È un peso della consapevolezza del mondo, una impossibilità di respirare con l’anima.
L’essere stanca, il sentire duole, il pensare distrugge.

venerdì 21 maggio 2010

digesto italiano-i

anteprima per digesto italiano




mercoledì 19 maggio 2010

citazione da t.ag.di roberto cavallera

come lette innumerevoli volte le stoffe cilestrine e barocche: se fu, si dissolse. voyeurismo della spada un tanto al trancio da sotto esce una santa, beve. leave a response. una e poi fine. l’alienazione il denaro la lama che non centra. i troiani hanno paturnie e apocalissi, si siedono dietro e spiegano che si fan pagare molto. agamennone e criseide appoggiati là se le promettono. di lì a breve li avrebbero incoraggiati. greve, assume solo cassandra mentre priamo sopraffatto dalla maestà al tempo al tempo come stato, tergiversa

memo edoardo sanguineti







martedì 18 maggio 2010

cut-up agency.blocco di prosa



ha la sua esistenza in tutto quanto vi è di buono,ciò vale delle lettere morte di ciò che è scritto,tutto il dramma migrato in nomi e numeri,la tragedia tutta dentro la nominazione scandita in un teorema ludico:questo è il titolo che danno alla canzone,altra cosa il nome vero,altra cosa il modo in cui si chiama,altro ancora quel che è,disse il cavaliere bianco, la musica è di mia invenzione

sovrascritte,episodi di postproduzione











venerdì 14 maggio 2010

cut-up agency: novels



















































giovedì 13 maggio 2010

delinarizzazioni(da una griselda,per asemic graphic novel)

  1. Cancellazione di una griselda, prolegomeni ad asemic graphic novel e filosofia dell’illustrazione
  2. al tempo di ogni dolce cosa che
    resti di là dall'umana comprensione
    tu, rammenta i tempo d'asfodeli (che ben sanno)
    tu, dimenticando il perché, rammenta il come

    al tempo dei lillà, errori di eccesso di la prima meraviglia è di venire prima di lei senza sapere come parlare con lei. Le mani imprigionate muovere più velocemente di cavalli da corsa girato al rallentatore, come si toccano le labbra e il seno, in tutta innocenza le corde diventano acqua e ci rotoliamo insieme verso l'alba.
  3. La mano:
    - svegliarsi non serve altro che a sognare -,
    tu, rammenta che è così (e, dell'apparenza, non crucciarti)

    al tempo delle rose (lì a sbalordire
    il nostro ora, il nostro qui, col paradiso)
    tu, dimenticando il "se", rammenta il "sì"


  4. 1. Finita la lunga novella del re, molto a tutti nel sembiante piaciuta, Dioneo ridendo disse: - Il buono uomo che aspettava la seguente notte di fare abbassare la coda ritta della fantasima, avrebbe dati men di due denari di tutte le lode che voi date a -; e appresso, sappiendo che a lui solo restava il dire, incominciò
  5. 2. d’essersi abbattuto a una, che quando fuor di casa l’avesse in camicia cacciata, s’avesse sì ad un altro fatto scuotere il pelliccione, che riuscita ne fosse una
  6. 3 .la seguente notte bella roba.
  7. 4. sappiendo che a dati men di nel sembiante piaciuta, di fare abbassare fatto scuotere il la coda ritta fuor di casa che voi date il dire, incominciò ad un altro cacciata, s’avesse sì una, che quando a messer Torello tutte le lode uomo che aspettava l’avesse in camicia della fantasima, avrebbe pelliccione, che riuscita - Il buono d’essersi abbattuto a molto a tutti Dioneo ridendo disse: lui solo restava due denari di ne fosse una Finita la lunga novella del re, -; e appresso,

martedì 11 maggio 2010

della felicità e dell' europa


La felicità è un'idea nuova in Europa.

asemic vispo nove otto zero uno


la massa dei suoi atomi

lunedì 10 maggio 2010

ASPIC-mnemosyne







ASPIC di Mnemosyne











…in che l'assenza della donna è tutto



C.B.







PRIMO QUADRO: ADDIO PORCO*





L'attesa si prospettava lunga - per fortuna - sennò chi poteva riuscire in quel piatto enorme complicato colorato cristallino gelido



M. andava cercando almeno qualcuna delle sue nove creature serviva aiuto loro affaccendate altrove si facevano belle belle in lunghi canti prove di fascino succhiando miele e anche vini traverso canne profumati unguenti e incalcolabili passi in tempo-spazio ma in fondo non servono complici





Lui s'era arrampicato nottetempo sull'impalcatura del cantiere in melma e fango diceva lacrimando il falso in condutture più che mai ottuse - otturate ora protendendosi lagnoso a sbirciare stava perdendo faccia preda e pecunia il coglione così umido e grondante ogni tipo di scempiaggine





Prima di tutto grande recipiente ovale o tondo profondo - pozzo di desideri e abisso di odiamori - M. voleva stiparvi ogni cosa per tempo così da offrire alla mensa s-fiorita il suo trofeo sgargiante anche lei





C'è chi apre a caso la bibbia e pensa di trovare invece M. apre Artusi alla voce e vi apprende di otto ore continue di fuoco talché scemi il liquido viscoso ma poi s'ha da fare color d'ambra o sia topazio - arte vera - così eccitante ne' suoi umori ribollenti poi glaciali





Vola ora più basso apre occhi naso bocca orecchi e quanto ha di orifizi più o meno netti dove c'è odore c'è anima qualcuno deve aver detto proprio per lui che l'aveva persa chissà dove





Un giro di arcimboldeschi ortaggi ride intercalato con occhi d'ova di quaglia ostie di tartufo rombi d'oliva e ancora rossi pimenti e verdi e gialli di carote stellate in concentrica armonia di cromìe in-differenti pour ne pas s'emmerder!





Parole non fatti tutti fatti di parole tutto meno che eccelse raccolte dalla nettezza urbana una volta ora raccolta differenziata umido qua secco là merda dappertutto da lasciare in eredità il resto mancia il resto marcia, oh sì!





Era certa di esserselo guadagnato, guiderdone inestimabile ma per lei solo incredulità amara e muta mentre l'altra miagolava cretina voglio l'amore per sempre ma l'amor facchino - cortese o no - cercava senza mezzi termini senza mezzi tout court





Altro giro e si sale in limpido lobato tronco di cono filtraggio dopo filtraggio dimenticato l'oltraggio M. ora va a scoprigli il culo coram populo applausi









*Carmelo Bene da Gregorio: Cabaret dell'800, Roma, Teatro Laboratorio, 1963





SECONDO QUADRO: LES ÉGOUTS DE GRASSE





Assai prima di Süskind M. considerava e pativa le fogne in ogni senso [lieu corrompu recita il Larousse in traslato] ma soltanto nella città dei profumi apparve chiaro come tutto sia chiavica perenne e imbonificabile non c'è Jean Valjean che tenga si trattò di un percorso obbligato mai previsto peggio, lei ci andò a cascare in mezzo convinta di aver trovato





Frattanto l'uomo sandwich si aggirava da tempo immemorabile a mo' di tafano cortocircuitato nella disperata caccia a una qualsiasi calda cuccia a scrocco di babbei spacciandosi per santo e pure filosofo fallite a tempo entrambe le parti risolveva coprirsi avanti e dietro di oscuro carapace cartonato ove scritte su affiches suonavano come dichiarazioni di amore e guerra





avvertiva la perdita di neri fetori crudeli [cruels puanteurs divino Rimbaud] e regalava eau de toilette fragonard alle prede sue invano solo nel racconto di paurose menzogne era insuperabile e sonnambulo figurava eroiche gesta (mai) compiute in nome di ideali sempiterni la tenebra lo avvolgeva completamente e ne palpava de temps en temps lo spessore lattiginoso





Impossibile districarsi si gettava allora in goffe avventure per niente innocue il tempo suo e di quanti pescati in rete era parallelo dentro il luogo corrotto (fogna fogna) l'uomo panino vi era dannato a restare quanti ne uscivano ammaccati e fradici a lungo non potevano nascondere stupore e rabbia





Quel che tocca a M. è profondissima convinzione di fato zero colpevoli zero innocenti sublime equazione che non ap-paga alcuno





la primavera di Grasse sa emanare sentore di acque luride intercalato da ottuse essenze al cadavere camuffate en fleurs





È molto tardi per dire del tempo perso















domenica 9 maggio 2010

Su Private/Photoreview





Marco Giovenale è curatore, insieme a Franck Bijou e Alessio Zanelli, della nuova sezione Scrittura sul sito privatephotoreview.com.


Maggiori informazioni su slowforward.wordpress.com




sovrascritta

liturgie erotiche,lezioni di vita,notizie di amorosi sensi,allegorie dell'angelo,dell'ondina,della silfide e della ninfa prigioniera per un sorriso che non cessa di splendere
notizie da un canapè ed un divano,fuori dal palinsesto degli sconforti
(-continua)
nella foto:Ingeborg Bachmann

venerdì 7 maggio 2010

romance zeroquattro,dal quaderno delle fontane


Miriadi d’ancelle magiche e fulgidi araldi.
Nell’annichilimento e svuotamento di ogni comunicazione.
Scoperta di un motivo sigillo grafico cinese ad elva.
Ferite incurabili e fallimenti che hanno lasciato il segno.lunghe storie di morte e di dolore,riflussi,i seventies…
g.sul non avere un interno,ella era convessità e pienezza
(perché) c’è una storia? Affermativamente.
Tigri di nebbia e draghi di nubi per fogli e miraggi,questo l’ambiente.
Di quel che fa d’ogni topologia un artificio,un costrutto di finzioni .Le artemidi là evocate e descritte non hanno un interno ma nondimeno è al’interno che tutto si svolge,dentro una guaina,un pettorale,una nera tunica,cavità remote ed inaccessibili,impenetrabili per il fatto di esservi già
dentro.
Una seconda spiegazione,non peregrina suggerisce l’idea di un manufatto invisibile.
il testo dunque un fiore qualche volta-nascosto dal gladiolo troppo grande,in un solo corpo lo scatenarsi di orde leggendarie.
Bagni penali della multimedialità ed ergastoli della scrittura,quali passaggi dagli uni agli altri,ci si mettano pure le perniciose influenze delle mode e le coercizioni del mercato.
Scritto in un tunnel fiocamente illuminato,più in là scorre la Roya,lampi su Tenda .
Elementi di geometria,figure regolari ed irregolari,dal punto alla linea,ai poligoni ed al cerchio,linee parallele,divergenti,convergenti,allucinano un conteggio e più ancora un dislocarsi raccontano di una pittura del tutto invisibile là,fuori scena.
Richiami talmudici:gigli o rose mutati in fiamme d’inferno al crepuscolo,all’alba risplendevano nella gloria dei cieli-sette angeli,sette colori,sette fiori,sette squilli di tromba,sette sigili,sette stelle.
Ed ancora un’altra volta,poiché la bellezza altro no è che il principio di un tremendo che ancora non riusciamo a sopportare,e se tanto l’adoriamo è perché essa serenamente disdegna di distruggerci.
Mansit odor,posses scire fuisse deam.Mi dica cosa ha combinato.Combinato?Mi sono unito alle
sirene,in fondo alla cisterna dove vive il re dei nani.
In varianti che interminabili si succedono il procedere della strofa,gli abiti leggeri fradici di pioggia,la vita che danzava nelle mille carezze del desiderio eccetera,l’estate alle porte di che cosa,in due parole che sono una e sono tutte,passi di ritorno:dal luogo del delitto ai luoghi del diletto,una scelta fra noie e troie,quale vecchia figura di decomposizione e raccapriccio che si trasforma nella fanciulla splendente dalle membra inerti com per un’intensa passione e dalle bellissime gambe dentro il petalo del loto,fin qui romance primavera 2003 febbraio 2004.
Strutture prigioniere di altre strutture,ipostasi falliche e teste a dirne una.

delinearizzazioni 1-8


1. . Se gioco a godere si volesse andare subito al punto, tutto il testo
2. Questa campana a morto può essere letta come l’analisi interminabile piuttosto di un disgusto che mi coglie e che mi fa scrivermi
3. (per esempio quando si firma Genet) fatto di sapere che cosa farsene di ciò che si mangia. Il lavoro del lutto come lavoro della lingua, dei
4. si raccoglierebbe in quella «bara verticale»
5. (Miracolo della rosa) come Il resto è indicibile, Se scrivo due testi alla volta, voi non mi potrete castrare. Se delinearizzo, erigo.
• quasi: non per approssimazione empirica, ma, fatto di sapere che cosa farsene di ciò che si mangia. Il lavoro del lutto come lavoro della lingua, dei
6. a rigor di termini, indecidibile. l’erezione
7. di una scrittura. Il testo r(è)sta – cade e rovina,
8. gioco a godere

mercoledì 5 maggio 2010

saggio su primoromanzo


Il saggio è quella forma che rende visibile l’indicibile,che si mostra per esempio nella cesura del verso tragico,o nelle crepe che si nascondono nella struttura del romanzo. dictat auditor.
Prolegomeni in forma di storytelling preliminare a contafavole,chiosa all’autoreperirsi di strutture de narrative,aperiodiche,senza fine,da scoprire,dotate dei poteri misteriosi del non conosciuto,dell’ascolto capace di mutazioni in tempo reale.

allegoria del primo romanzo


l’età del’uomo vista da dietro è l’eterna giovinezza.Chi ha pensato a quel che vi è di più profondo ama ciò che è più vivo,nella parola nichilarne l’amore più segreto,ciascuna delle trascrizioni si ricostituisce ogni volta come materiale inedito,ricominciamento,altrimenti detto,dire altro,allegoria.
Non è triste perché è muta,è ammutolita perché è triste.
Le monde n’est qu’abusion,la poesia che vuole qualcosa di enorme,barbaro,selvaggio-nessuno sa dove va..in più la funesta sentenza:la scienza non pensa.

primoromanzo


La riprova dei fatti, dei fatti che sono stupidi,Nietzsche,il vitello d’oro dei fatti,che non è neppure d’oro,integrazione di alcuni elementi,l’antifunzionalità,la postproduzione,la narrazione misterica sulle pareti di pompei vs. l’arte indistinta o inseparabile dai fruitori,o addirittura fra le due cose una qualche complementarietà ventura,se la teoria e pratica dei generi letterari sia radicabile-o neutralizzabile,in quella degli atti linguistici-i giganti stupidissimi dei casi cui si sarebbe in balìa,come possa starci tutto questo ed altro ancora in una conferenza ed in una rubrica giornalistica.

primoromanzo


Sei uno zero sette,ora,incipit.
Storie d’erostrati in versione nipponica,il padiglione d’oro e quant’altro,meglio concentrarsi sulla postfazione a tanizaki,contenente preziose indicazioni anamorfizzanti à suivre.il pericolo assoluto era un’individuo armato di null’altro che di una penna stilografica o di una matita,raccontini che si reiterano e dilatano fino ad occupare interi cicli narrativi.
Scudo d’achille dove tutto fu raccontato. Odradek.

lunedì 3 maggio 2010

dell'arte e della scrittura



Istantanee da un diario,forse


Zerocinque sei.


La dea della felicità,che K. scorse in fondo al giardino,altra cosa che non comunicazione di flusso,non occorsero più la storia né prassi alcuna,la circostanza era l’uscita di scena di uno che in scena non ci stava,e proprio per questo,nella peraltro improvvisata quanto ardua redazione


Della presente cronaca l’ultima parola,circoscrive tutt’altro,inimmaginabilmente lontana,assenze remote e favole perdute .Presente che sarà mai?Chi e cosa?questa è la scrittura.E’ qui che le questioni da porsi sono a modo loro risposte,che contengono altre domande,la natura palindroma dello spazio tempo comportando che il regressus sia un procedere,vedi me,ma questo e’ localmente vero solo a regime di sviluppi lineari ,vale a dire mai.


Kafka ed Omero,con occorrenze e cagioni del bello scrivere?Che si trattasse fors’invece di soggettivazioni della morte,occorrenze e cagioni dello scrivere,letteratura che muove oltre sé stessa.


Copiava Eschilo con parole sue,si chiamò Freud,proponendosi ogni testo come singolo iter cognitivo,premesso l’isomorfismo fra racconto e frase,avendo la tragedia come oggetto elettivo la liberazione dal tragico,pensare a Socrate come semiotica di Platone(così Husserl),un’istantanea ancora da sviluppare dopo venticinque secoli.


Da nove uno zerosette:riprendere l’affermazione di Wilde sul sul fatto che occorre che si parli di arte perché questa esista.


Ascoltare vuol dire trasformarsi in ciò che si ascolta,aggirando la barriera dell’identità.


Godere del colore e non del dolore,le gradazioni alchemiche dell’oro,questionari di onomastica e fisiognomica.,la frase da fare nel bimbam delle parole.